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venerdì 2 novembre 2012

Venerdì della XXX settimana T.O. - Commemorazione di tutti i fedeli defunti - Ufficio delle letture e Lodi mattutine


UFFICIO DELLE LETTURE
INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra

R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il Signore:
per lui tutti vivono.
SALMO 94  Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
O Cristo, che piangesti
per la morte di Lazzaro,
e vivo lo rendesti
a Marta ed a Maria,

tu implorasti il perdono
per i tuoi uccisori,
e al ladrone pentito
promettesti il tuo regno.

Tu che in croce affidasti
a Giovanni la Madre,
fa' che ella ci assista
nell'ora della morte.

Concedi, o buon Pastore,
ai fratelli defunti
di vedere il tuo volto
nella gloria dei cieli.

A te sia gloria, o Cristo,
speranza delle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.



Oppure:

Qui vivis ante sæcula
vitæque fons es únicus,
nos, Deus, morti obnóxios
culpæque reos áspice.


Peccánti, Pater, hómini
pœnam sanxísti intéritum,
ut, pulvis datus púlveri,
se súbderet piáculum.


Vitále sed spiráculum
quod indidísti próvidus,
æternitátis pérmanet
germen immarcescíbile.


Hæc spes, hoc est solácium:
revirescémus, Dómine,
primúsque resurgéntium
ad te nos Christus rápiet.


Hoc vitæ regno pérfrui
da fratres in te mórtuos,
quos Christi fides ímbuit,
quos almus unxit Spíritus.


Hoc regnum nobis própera
e terris cum cessérimus,
ut concinámus ómnium
te finem, te princípium. Amen.

1^ Antifona
Mi hai formato dalla terra,
mi hai rivestito di carne:
Dio, mio redentore,
fammi risorgere nell'ultimo giorno.

SALMO 39, 2-9 
(I)   
Ho sperato: ho sperato nel Signore †
ed egli su di me si è chinato, *
ha dato ascolto al mio grido.

Mi ha tratto dalla fossa della morte, *
dal fango della palude;
i miei piedi ha stabilito sulla roccia, *
ha reso sicuri i miei passi.

Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, *
lode al nostro Dio.

Molti vedranno e avranno timore *
e confideranno nel Signore.

Beato l'uomo che spera nel Signore †
e non si mette dalla parte dei superbi, *
né si volge a chi segue la menzogna.

Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio, †
quali disegni in nostro favore! *
Nessuno a te si può paragonare.

Se li voglio annunziare e proclamare *
sono troppi per essere contati.

Sacrificio e offerta non gradisci, *
gli orecchi mi hai aperto.
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. *
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.

Sul rotolo del libro, di me è scritto *
di compiere il tuo volere.
Mio Dio, questo io desidero, *
la tua legge è nel profondo del mio cuore».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona

Mi hai formato dalla terra,
mi hai rivestito di carne:
Dio, mio redentore,
fammi risorgere nell'ultimo giorno.

2^ Antifona

Dio, vieni a liberarmi;
Signore, vieni presto in mio aiuto.

SALMO 39, 10-14. 17-18  (II)  
Ho annunziato la tua giustizia
nella grande assemblea; *
vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, *
la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato.
Non ho nascosto la tua grazia *
e la tua fedeltà alla grande assemblea.

Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia, *
la tua fedeltà e la tua grazia
mi proteggano sempre,

poiché mi circondano mali senza numero, †
le mie colpe mi opprimono *
e non posso più vedere.

Sono più dei capelli del mio capo, *
il mio cuore viene meno.

Dégnati, Signore, di liberarmi; *
accorri, Signore, in mio aiuto.

Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano, †
dicano sempre: «Il Signore è grande» *
quelli che bramano la tua salvezza.

Io sono povero e infelice; *
di me ha cura il Signore.
Tu, mio aiuto e mia liberazione, *
mio Dio, non tardare.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona

Dio, vieni a liberarmi;
Signore, vieni presto in mio aiuto.

3^ Antifona

L'anima mia ha sete del Dio vivente:
quando vedrò il suo volto?

SALMO 41   

Come la cerva anela ai corsi d'acqua, *
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: *
quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Le lacrime sono mio pane giorno e notte, *
mentre mi dicono sempre: «Dov'è il tuo Dio?».

Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: †
attraverso la folla avanzavo tra i primi *
fino alla casa di Dio,

in mezzo ai canti di gioia *
di una moltitudine in festa.

Perché ti rattristi, anima mia, *
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, *
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

In me si abbatte l'anima mia; †
perciò di te mi ricordo *
dal paese del Giordano e dell'Ermon,
dal monte Mizar.

Un abisso chiama l'abisso
al fragore delle tue cascate; *
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati.

Di giorno il Signore mi dona la sua grazia, †
di notte per lui innalzo il mio canto: *
la mia preghiera al Dio vivente.

Dirò a Dio, mia difesa: †
«Perché mi hai dimenticato? *
Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?».

Per l'insulto dei miei avversari
sono infrante le mie ossa; *
essi dicono a me tutto il giorno:
«Dov'è il tuo Dio?».

Perché ti rattristi, anima mia, *
perché su di me gemi?
Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, *
lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona

L'anima mia ha sete del Dio vivente:
quando vedrò il suo volto?

Versetto
V. Grande è la tua misericordia, Signore:
R. secondo la tua parola fammi vivere.
Prima Lettura 
Dalla prima lettura ai Corinzi di san Paolo, apostolo 15, 12-34

Cristo risorto é la speranza dei credenti

Fratelli, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi (Sal 8,7). Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro? E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente? Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore! Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo (At 19,23). Non lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi». Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.

Responsorio    1 Cor 15,25-26; cfr. Ap 20, 13. 14
R. Cristo deve regnare finché tutti i suoi nemici siano vinti; * e per ultima sarà distrutta la morte.
V. La morte e gli inferi restituiranno i loro morti, poi saranno gettati nel mare di fuoco:
R. e per ultima sarà distrutta la morte.

Oppure:
Dalla prima lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 15, 35-57

La risurrezione dei morti e la venuta del SignoreFratelli, qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:

La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? (Is 25,8; Os 13, 14).

Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!

Responsorio    Cfr. Gb 19, 25. 26. 27
R. Io credo: il mio redentore vive, e alla fine dei tempi risorgerò dalla polvere, * nella mia carne vedrò Dio mio salvatore.
V. Io, proprio io, lo vedrò, e i miei occhi lo contempleranno:
R. nella mia carne vedrò Dio, mio salvatore.

Oppure:
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4, 16 - 5, 10

Dopo la morte riceveranno da Dio una dimora eterna, nei cieli
Fratelli, non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne.
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati gia vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

Responsorio
    Cfr. Sal 50, 4
R. Non giudicarmi, o Dio, secondo le mie azioni: davanti a te nulla ho fatto di bene. Supplico la tua maestà: * nel tuo amore cancella ogni mio peccato.
V. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dalla mia ingiustizia,
R. nel tuo amore cancella ogni mio peccato.

Seconda Lettura
Dal libro «Sulla morte del fratello Satiro» di sant'Ambrogio, vescovo
(Lib. 2, 40.41.46.47.132.133; CSEL 73, 270-274, 323-324)

Moriamo insieme a Cristo, per vivere con lui
Dobbiamo riconoscere che anche la morte può essere un guadagno e la vita un castigo. Perciò anche san Paolo dice: «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1,21). E come ci si può trasformare completamente nel Cristo, che è spirito di vita, se non dopo la morte corporale?
Esercitiamoci, perciò, quotidianamente a morire e alimentiamo in noi una sincera disponibilità alla morte. Sarà per l'anima un utile allenamento alla liberazione dalle cupidigie sensuali, sarà un librarsi verso posizioni inaccessibili alle basse voglie animalesche, che tendono sempre a invischiare lo spirito. Così, accettando di esprimere già ora nella nostra vita il simbolo della morte, non subiremo poi la morte quale castigo. Infatti la legge della carne lotta contro la legge dello spirito e consegna l'anima stessa alla legge del peccato. Ma quale sarà il rimedio? Lo domandava già san Paolo, dandone anche la risposta: «Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?» (Rm 7,24). La grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore (cfr. Rm 7,25 ss.).
Abbiamo il medico, accettiamo la medicina. La nostra medicina è la grazia di Cristo, e il corpo mortale è il corpo nostro. Dunque andiamo esuli dal corpo per non andare esuli dal Cristo. Anche se siamo nel corpo cerchiamo di non seguire le voglie del corpo.
Non dobbiamo, è vero, rinnegare i legittimi diritti della natura, ma dobbiamo però dar sempre la preferenza ai doni della grazia.
Il mondo è stato redento con la morte di uno solo. Se Cristo non avesse voluto morire, poteva farlo. Invece egli non ritenne di dover fuggire la morte quasi fosse una debolezza, né ci avrebbe salvati meglio che con la morte. Pertanto la sua morte è la vita di tutti. Noi portiamo il sigillo della sua morte, quando preghiamo la annunziamo; offrendo il sacrificio la proclamiamo; la sua morte è vittoria, la sua morte è sacramento, la sua morte è l'annuale solennità del mondo.
E che cosa dire ancora della sua morte, mentre possiamo dimostrare con l'esempio divino che la morte sola ha conseguito l'immortalità e che la morte stessa si è redenta da sé? La morte allora, causa di salvezza universale, non è da piangere. La morte che il Figlio di Dio non disdegnò e non fuggì, non è da schivare.
A dire il vero, la morte non era insita nella natura, ma divenne connaturale solo dopo. Dio infatti non ha stabilito la morte da principio, ma la diede come rimedio. Fu per la condanna del primo peccato che cominciò la condizione miseranda del genere umano nella fatica continua, fra dolori e avversità. Ma si doveva porre fine a questi mali perché la morte restituisse quello che la vita aveva perduto, altrimenti, senza la grazia, l'immortalità sarebbe stata più di peso che di vantaggio.
L'anima nostra dovrà uscire dalle strettezze di questa vita, liberarsi delle pesantezze della materia e muovere verso le assemblee eterne.
Arrivarvi è proprio dei santi. Là canteremo a Dio quella lode che, come ci dice la lettura profetica, cantano i celesti sonatori d'arpa: «Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti. Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno dinanzi a te» (Ap 15,3-4).
L'anima dovrà uscire anche per contemplare le tue nozze, o Gesù, nelle quali, al canto gioioso di tutti, la sposa è accompagnata dalla terra al cielo, non più soggetta al mondo, ma unita allo spirito: «A te viene ogni mortale» (Sal 64,3).
Davide santo sospirò, più di ogni altro, di contemplare e vedere questo giorno. Infatti disse: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore» (Sal 26,4).

Responsorio
   Cfr. 2 Mac 12, 45; Mt 13, 43
R. Coloro che si addormentano nella morte con la fede dei padri * avranno una magnifica ricompensa.
V. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro:
R. avranno una magnifica ricompensa.
Orazione
Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
 

LODI MATTUTINE
O Dio, vieni a salvarmi.

R. Signore, vieni presto in mio aiuto.


Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Inno
O re d’immensa gloria,
fatto uomo per noi,
tu vincesti la morte.

Nell’esodo pasquale
affrontasti il nemico,
per liberare gli uomini.

O Cristo redentore,
guida da morte a vita
chi spera nel tuo nome.

Quando verrai per le nozze,
fa’ che ognuno ti attenda
con la lampada accesa.

Accogli i tuoi fratelli
nel regno dei beati
per la gloria del Padre.

A te, Gesù, sia lode,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.



Oppure:

Spes, Christe, nostræ véniæ,
tu vita, resurréctio;
ad te sunt corda et óculi
cum mortis dolor íngruit.


Tu quoque mortis tædia
passus dirósque stímulos,
Patri, inclináto cápite,
mitis dedísti spíritum.


Vere nostros excípiens
languóres, pastor míserens,
tecum donásti cómpati
Patrísque in sinu cómmori.


Apértis pendens brácchiis,
in cor transfíxum pértrahis
quos moritúros ággravat
morbus vel mæror ánxius.


Qui portis fractis ínferi
victor pandísti cælicas,
nos nunc doléntes érige,
post óbitum vivífica.


Sed et qui fratres córpore
nunc somno pacis dórmiunt,
iam te beánte vígilent
tibíque laudes réferant. Amen.


1^ Antifona
Esulteranno nel Signore
i corpi umiliati nella morte.

SALMO 50   
Pietà di me, o Dio, 
secondo la tua misericordia; *
nel tuo grande amore 
cancella il mio peccato. 

Lavami da tutte le mie colpe, *
mondami dal mio peccato. 
Riconosco la mia colpa, *
il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 

Contro di te, contro te solo ho peccato, *
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; 
perciò sei giusto quando parli, *
retto nel tuo giudizio. 

Ecco, nella colpa sono stato generato, *
nel peccato mi ha concepito mia madre. 
Ma tu vuoi la sincerità del cuore *
e nell'intimo m'insegni la sapienza. 

Purificami con issopo e sarò mondato; *
lavami e sarò più bianco della neve. 
Fammi sentire gioia e letizia, *
esulteranno le ossa che hai spezzato. 

Distogli lo sguardo dai miei peccati, *
cancella tutte le mie colpe. 
Crea in me, o Dio, un cuore puro, *
rinnova in me uno spirito saldo. 

Non respingermi dalla tua presenza *
e non privarmi del tuo santo spirito. 
Rendimi la gioia di essere salvato, *
sostieni in me un animo generoso. 

Insegnerò agli erranti le tue vie *
e i peccatori a te ritorneranno. 
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, *
la mia lingua esalterà la tua giustizia. 

Signore, apri le mie labbra *
e la mia bocca proclami la tua lode; 
poiché non gradisci il sacrificio *
e, se offro olocausti, non li accetti. 

Uno spirito contrito *
è sacrificio a Dio, 
un cuore affranto e umiliato, *
tu, o Dio, non disprezzi. 

Nel tuo amore 
fa grazia a Sion, *
rialza le mura 
di Gerusalemme. 

Allora gradirai i sacrifici prescritti, *
l'olocausto e l'intera oblazione, 
allora immoleranno vittime *
sopra il tuo altare.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Esulteranno nel Signore
i corpi umiliati nella morte.

2^ Antifona
Dal potere delle tenebre,
salva, Signore, la mia anima.

CANTICO Is, 38, 10-14. 17-20   
Io dicevo: «A metà della mia vita †
me ne vado alle porte degli inferi; *
sono privato del resto dei miei anni». 

Dicevo: «Non vedrò più il Signore *
sulla terra dei viventi, 
non vedrò più nessuno *
fra gli abitanti di questo mondo. 

La mia tenda è stata divelta e gettata lontano, *
come una tenda di pastori. 

Come un tessitore hai arrotolato la mia vita, †
mi recidi dall'ordito. *
In un giorno e una notte mi conduci alla fine». 

Io ho gridato fino al mattino. *
Come un leone, così egli stritola tutte le mie ossa. 
Pigolo come una rondine, *
gemo come una colomba.

Sono stanchi i miei occhi *
di guardare in alto. 

Tu hai preservato la mia vita 
dalla fossa della distruzione, *
perché ti sei gettato dietro le spalle 
tutti i miei peccati. 

Poiché non ti lodano gli inferi, *
né la morte ti canta inni; 
quanti scendono nella fossa *
nella tua fedeltà non sperano.

Il vivente, il vivente ti rende grazie *
come io faccio quest'oggi. 
Il padre farà conoscere ai figli *
la fedeltà del tuo amore.

Il Signore si è degnato di aiutarmi; †
per questo canteremo sulle cetre 
tutti i giorni della nostra vita, *
canteremo nel tempio del Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona
Dal potere delle tenebre,
salva, Signore, la mia anima.

3^ Antifona
Per tutta la vita loderò il mio Dio.

SALMO 145   
Loda il Signore, anima mia: †
loderò il Signore per tutta la mia vita, *
finché vivo canterò inni al mio Dio. 

Non confidate nei potenti, *
in un uomo che non può salvare. 
Esala lo spirito e ritorna alla terra; *
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. 

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe, *
chi spera nel Signore suo Dio, 
creatore del cielo e della terra, *
del mare e di quanto contiene. 

Egli è fedele per sempre, †
rende giustizia agli oppressi, *
dà il pane agli affamati. 

Il Signore libera i prigionieri, *
il Signore ridona la vista ai ciechi, 
il Signore rialza chi è caduto, *
il Signore ama i giusti, 

il Signore protegge lo straniero, †
egli sostiene l'orfano e la vedova, *
ma sconvolge le vie degli empi. 

Il Signore regna per sempre, *
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona
Per tutta la vita loderò il mio Dio.


Oppure:
3^ Antifona
Tutti i viventi, lodate il Signore!

SALMO 150 
 
Lodate il Signore nel suo santuario, *
lodatelo nel firmamento della sua potenza.
Lodatelo per i suoi prodigi, *
lodatelo per la sua immensa grandezza.

Lodatelo con squilli di tromba, *
lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze, *
lodatelo sulle corde e sui flauti.

Lodatelo con cembali sonori, †
lodatelo con cembali squillanti; *
ogni vivente
dia lode al Signore.

Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen .

3^ Antifona

Tutti i viventi, lodate il Signore!

Lettura Breve   1 Ts 4, 14
Noi crediamo che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui.

Responsorio Breve
R. Ti esalto, Signore, * tu mi hai liberato.
Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.
V. Hai cambiato il mio lamento in canto di gioia.
Tu mi hai liberato.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.

Antifona al BenedictusIo sono la risurrezione e la vita:
chi crede in me anche se muore, vivrà;
e chiunque vive e crede in me
non morirà in eterno.

CANTICO DI ZACCARIA   
Lc 1, 68-79
Il Messia e il suo Precursore
Benedetto il Signore Dio d'Israele, *
perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente *
nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso *
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici, *
e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *
e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo *
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *
nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *
e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi *
sulla via della pace.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.

Antifona al Benedictus
Io sono la risurrezione e la vita:
chi crede in me anche se muore, vivrà;
e chiunque vive e crede in me
non morirà in eterno.

Invocazioni

Dio Padre onnipotente, che ha risuscitato Gesù dai morti, ridonerà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito. Illuminati da questa speranza, diciamo insieme:
Signore, donaci la vita in Cristo.

Padre santo, che mediante il battesimo ci hai sepolti nella morte del tuo Figlio, e ci hai reso partecipi della sua risurrezione, fa' che camminiamo sempre in novità di vita,
- perché, al di là della morte, viviamo sempre con Cristo.

Padre buono, che ci nutri con il pane vivo disceso dal cielo,
- fa' che, comunicando alla mensa eucaristica, riceviamo il pegno della risurrezione.

Padre santo, che per mezzo del tuo angelo hai confortato il tuo Figlio nell'agonia del Getsemani,
- consolaci nell'ora della nostra morte.

Tu, che hai liberato i tre fanciulli dalla fornace ardente,
- purifica i fedeli defunti dai loro peccati e liberali da ogni pena.

Dio dei vivi e dei morti, rendi partecipi della gloria del Cristo risorto i nostri fratelli defunti,
- accoglici un giorno nell'assemblea festosa dei tuoi santi.

Padre nostro


Orazione

Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen.